Martedì 21 Maggio 2024

Archivio presidente

19 – LE EMOZIONI DI UN ANNO

14 Luglio 2014 | presidente

Carissimi,

ci siamo, dopo 10 mesi abbondanti di attività intensa e impegnativa, è arrivato il momento, ormai in piena estate, di ricaricare le forze; pronti per riorganizzare, con i tanti problemi di sempre, e spesso con altri nuovi, la nuova stagione sportiva. Per qualcuno sarà un arrivederci, in attesa di riprendere insieme a settembre, per qualcun altro è un commiato vero e proprio, perché ha già deciso di cambiare o di fermarsi; ma in tutti, sono certo che vi è la consapevolezza di aver vissuto mesi indimenticabili che si vorrebbero rivivere mille volte. Sono stati per il nostro CSI e per le nostre squadre, mesi ricchi di tanti risultati, non solo per le coppe, le medaglie o i trofei conquistati, ma per le “tonnellate” di ricordi e di emozioni destinati a rimanere “indelebili” nel cuore di chi le ha vissute. Risultati più che soddisfacenti che resteranno in ognuno di noi, anzitutto per i “grandi numeri”: 40 le Società Sportive affiliate in comitato e circa 3.000 tesserati: un record per il nostro “piccolo” comitato, che lavora giornalmente nel territorio per riuscire ad offrire, così come scrive il nostro Presidente Nazionale, quei successi educativi fatti: di sorrisi e di crescita umana. a in questo anno di emozioni, non possiamo soffermarci solo ai numeri, come allora non ricordare le diverse attività sportive e sociali realizzate: una fra tutte “una rete per la caritas”, con l’ambizioso obiettivo raggiunto: il campetto polisportivo, realizzato in collaborazione con il Seminario Diocesano, presso la Comunità Madonna della Tenda di Cristo, oppure lo storico incontro in piazza San Pietro lo scorso 7 giugno, con più di 90mila persone per incontrare il nostro capitano, papa Francesco, in occasione del 70 anniversario della nostra associazione (1944 – 2014), questi e tanti altri sono i “Trofei” e ricordi che resteranno al posto d’onore nella bacheca del nostro cuore in questo anno sportivo. Tuttavia, così come scrive sempre nella sua nota Massimo Achini, non abbiamo paura di una sana dimensione di agonismo. Non abbiamo paura di mettere in campo finali provinciali, regionali e nazionali con la certezza di viverle sempre con il nostro carisma educativo. Ecco perché la nostra attività sportiva non è mai superficiale o approssimativa e ricca di grandi risultati, a tal proposito come non citare i risultati dei ragazzi Under 14 di calcio a 5 della Garitta Stella Rossa, che ci hanno fatto emozionare, nel vero senso della parola, sia nella grande finale regionale di Caltagirone, che nell’esperienza di Lignano, insieme all’incontro con i piccoli “campioni” ed il Vescovo Raspanti, un grande P. Alfredo, ricco di entusiasmo attorno a tutti i suoi giovani di Santa Tecla; ed ancora i mitici ragazzi di Piano D’Api, un gruppo cresciuto in questo comitato, guidati dall’instancabile Andrea Quattrocchi, che il grande valore dell’amicizia, ha posto le basi solide di un gruppo cresciuto attorno alla proposta educativa del CSI e dell’Oratorio della Parrocchia di Piano D’Api: in quel “piccolo” campetto di frazione, da dove è partita la Junior Piano D’Api, con la storica partecipazione alla finale nazionale allievi di qualche anno fa a Lignano, oggi laureatesi Vice Campioni Nazionali, aggiudicandosi un difficilissimo secondo posto nazionale a Montecatini; un podio esclusivo, che va scritto nella storia di questo comitato.
Queste sono le emozioni che riusciamo a vivere insieme alle nostre squadre. Ed in tutto questo, ci si rende conto come, con questo carico di emozioni, non è assolutamente facile trovare le parole, per dire a tutti un grande GRAZIE. Grazie per chi, in questi 10 mesi, almeno due volte a settimana, ha abbandonato il lavoro per correre ad allenare i “suoi” ragazzi. Per chi ha lavato gli spogliatoi alla fine di ogni allenamento e di ogni partita, o ha tracciato il campo o montato la rete prima di ogni giornata di campionato. Per quelle mamme che per un anno intero hanno fatto lavatrici di borsoni pieni di maglie. Grazie per chi, dietro le quinte, si è occupato di tesserini, visite mediche, prenotazione delle palestre e ogni altro genere di burocrazia. Per quelli “così matti” da rendersi disponibili a fare il “presidente” tirandosi addosso nessuna gloria e mille responsabilità e problemi. Per chi si è reso disponibile a fare il dirigente arbitro pur di far giocare i ragazzi. Grazie per quei “don” che nello sport in oratorio ci credono davvero e hanno sempre trovato il tempo per stare vicino al gruppo sportivo, orientandone il cammino educativo. Tutto questo è vita quotidiana che si ripete ogni anno e che stiamo cercando di riprogrammare, affinché si possa ripetere, sempre meglio e sempre nello spirito cessino negli anni futuri.
Grazie di cuore, perché le emozioni vissute in questo anno sportivo, ci hanno portato a vivere, così come ci ha ricordato il 7 giugno, al 70° del Csi, papa Francesco, la NOSTRA PARTITA DELLA VITA IN ATTACCO. Grazie CSI, perché continui a riempire il cuore di emozioni ad ognuno di noi.
Buone vacanze a tutti.

Salvo Raffa
Presidente


18 – CUORE E AMORE PER UN CSI IN ATTACCO…

18 Giugno 2014 | presidente

Cari amici,

ci accingiamo a vivere in questi giorni, momenti frenetici ed entusiasmanti, ricchi di tanto fervore associativo e soprattutto di tanto concreto e fattivo impegno, che hanno l’obiettivo di riconoscere e gratificare l’impegno di tanti, in questo anno sportivo che sta per concludersi.
Reduci dall’incontro con il Santo Padre, lo scorso 7 giugno, anche noi del CSI di Acireale, siamo stati colpiti ed ammaliati da questo evento storico e straordinario, che ha catalizzato l’attenzione, non solo della nostra associazione, ma del mondo sportivo in generale: con il CONI in testa; così come sono state straordinarie le parole di Papa Francesco, rivolte a tutta l’associazione. Parole che hanno “segnano la strada” per il Csi di oggi e di domani. ”Scuola, sport e lavoro”. Un tridente d’attacco per eliminare ogni forma di disagio e di devianza dei giovani di oggi e di domani. Papa Francesco lo ha detto con chiarezza. Per fare crescere bene le nuove generazioni ci sono tre (e non cento) ingredienti dei quali non si può fare a meno. Uno di questi é lo sport. Nel sentire il Papa che pronunciava queste parole a tanti è venuta la pelle d’oca per l’emozione e la gioia. La responsabilità che Papa Francesco ci ha affidato è immensa.
Viviamo in questi giorni, la fase conclusiva dei tanti tornei istituzionali e non, degli sport di squadra, che il CSI ha organizzato, su tutto il territorio, per le diverse categorie. Tante attività, tante iniziative, tanto coinvolgimento, che purtroppo, cammino ancora sulle gambe di pochi; abbiamo la necessità di aprire questa nostra associazione, ai tanti che amano la sfida educativa, che amano lo sport, non solo per se stessi, ma soprattutto per gli altri; così come ci ha ricordato il Papa a ciascuno di noi <


17 – Nella morte e risurrezione di Gesù il futuro dell’Uomo. Gli auguri del Consulente CSI

17 Aprile 2014 | presidente

Carissimi amici del CSI, vi giungano attraverso questo mio scritto i sinceri auguri di Pasqua.

Veramente l’aria che si respira e l’atmosfera gioiosa ci parlano di festa ma  noi non dobbiamo farci coinvolgere dalla ferrea legge del mercato che coinvolge e assoggetta tutto a fini di lucro.

Dobbiamo celebrare la Pasqua come evento essenzialmente religioso e cristiano che fa rivivere la risurrezione di Cristo centro luminoso della nostra fede. “Se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede“, ce lo dice la Parola di Dio. Noi celebriamo nella Pasqua la risurrezione di Cristo che allarga l’orizzonte della nostra fede, che la morte non è la fine di tutto, ma la certezza della vita che continua in Cristo Risorto. Sentiamo profondamente l’esigenza, nel buio della cultura di morte che caratterizza questo nostro tempo, che intristisce la nostra vita e alimenta la criminalità, mentre soffriamo l’incubo della catastrofe e viviamo la paura che il terrorismo barbaro e omicida che semina distruzione e morte tra la gente inerme e incolpevole, possa colpire anche noi. La Pasqua che stiamo per celebrare ci offre la certezza che non siamo abbandonati da Dio. Dobbiamo credere che la Resurrezione di Gesù è l’inizio sfolgorante di un’inversione di marcia della storia che l’uomo nuovo può realizzare; ed anche noi del CSI, non possiamo non farci folgorare da questo impegno che è nel servizio educativo spassionato, che offriamo anzittutto al Signore, attarverso lo sport.

La forza della resurrezione è in ognuno di noi. Per noi cristiani, che crediamo nell’associazionismo vivo del CSI, vivere la vita del Cristo che ha vinto la morte, è l’impegno che ci dà diritto alla festa ed alla gioia, ogni giorno. Nella morte e risurrezione di Gesù è il futuro dell’uomo e del mondo.

A noi tutti l’invito a vivere la Pasqua come autentico momento di rinnovamento spirituale, che possa ancor più esprimersi nella goia di offrire al Signore il nostro impegno concreto nel territorio, nei nostri oratori, nei nostri campi di gioco, nel CSI tutto.

Auguri di Buona Pasqua

Don Stefano Presti – Consulente Ecclesiastico del CSI
presti


16 – PERCHE’ NESSUNO RESTI INDIETRO

23 Marzo 2014 | presidente

Si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà” (cfr 2 Cor 8,9) è il titolo del Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2014. Il titolo è una citazione della Seconda Lettera di San Paolo ai Corinzi nella quale l’apostolo incoraggia i cristiani ad essere generosi nell’aiutare i fedeli di Gerusalemme che si trovano nel bisogno.

Cari amici,
La Quaresima, che in queste settimana stiamo vivendo, proprio in preparazione alla Santa Pasqua, è un tempo per “aggiustare la vita”, “per avvicinarsi al Signore”. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco, durante una Santa Messa a Casa Santa Marta. Il Papa ha messo in guardia dal sentirsi “migliori degli altri”. Gli ipocriti, ha avvertito, “si truccano da buoni” e non comprendono che “nessuno è giusto da se stesso”, tutti “abbiamo bisogno di essere giustificati”. E l’unico che ci giustifica è Gesù Cristo”. Per questo, ha soggiunto, dobbiamo avvicinarci al Signore: “Per non essere cristiani truccati, che quando passa questa apparenza, si vede la realtà che non sono cristiani”. Qual è, allora, “la pietra di paragone per cui noi non siamo ipocriti e ci avviciniamo al Signore?” La risposta, ha sottolineato il Papa, ce la dà il Signore stesso quando dice: “Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni, cessate di fare il male, imparate a fare il bene”. Questo è l’invito. Ma, si chiede Francesco, “qual è il segno che andiamo su una buona strada?”: “‘Soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova’. Avere cura del prossimo: del malato, del povero, di quello che ha bisogno, dell’ignorante. Questa è la pietra di paragone.

Quanto sono attuali queste parole anche nella nostra associazione, nel nostro cammino di cristiani nel CSI; abbiamo sempre più bisogno di svestirci delle nostre “piccole” preoccupazioni, per vedere nell’altro, che gioca con noi, il povero, il malato, l’oppresso….Ed invece no, molto spesso ognuno di noi vede nell’altro, specie nel nostro giocare, una sorta di prevaricatore, uno che ha solo l’interesse di “farci le scarpe”; ma io, che sono certamente più bravo di lui, devo pensare al mio di “orticello”, devo pensare solo a curare i miei interessi. Questo purtroppo è quello che avviene, questo è quello che riusciamo a promuovere nella nostra associazione cristiana, che tenta di educare attraverso lo sport. Quanta tristezza, quanta amarezza, nel pensare, e molto spesso nel constatare quanto tutti siamo lontani da questa nostra missione ciessina. Le nostre radici, le nostra base di partenza dovrebbe proprio essere questa: costruire con lo sport un nuovo modello educativo di FARE ED ESSERE GIOCO. Ed invece no: le nostre radici, la nostra base, purtroppo oggi sono infetti, dal malessere che vive tutta la nostra società. Oggi un campo di gioco, spesso si trasforma in uno sfogo per gente oppressa e stanca; si trasforma in un luogo di ribellione e di maleducazione; in un luogo dove DIO non ci può entrare e noi del CSI stiamo a guardare le nostre classifiche, i nostri risultati, i nostri punti, i NOSTRI INTERESSI…Questa è l’ipocrisia che viviamo nella nostra associazione, quella ipocrisia descritta da Papa Francesco, da quel cristiano che, non vede nel “povero di valori”, quella persona da recuperare, da aiutare, da educare. Non siamo l’associazione che dovremmo essere, lo so è la cosa più difficile, ma purtroppo spesso non ci tentiamo neanche un poco ad essere quello che realmente dovremmo essere. Mi piace in questa mia nota, rivolta a tutti, riportare parte del messaggio della Santa Quaresima, scritto da Papa Francesco e rivolto a tutti i Cristiani, che rispecchia l’attualità del nostro essere CSI: “…Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente. Questa forma di miseria, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera.
Nella quattordicesima nota, pubblicata il 7 gennaio scorso, scrivevo di “speranza”, di speranza attesa, che non può essere smarrita nella nostro essere CSI; di speranza che deve essere la pietra miliare su cui fondare la nostra missione educativa. Questo è il nostro fine, che vogliamo raggiungere attraverso lo sport. Sono anni difficili, contesti sociali drammatici, ma noi abbiamo un’arma in più, abbiamo il mezzo più facile e più semplice per EDUCARE L’UOMO ALLA SPERANZA: LO SPORT, E LA SPERANZA CHE POSSA ESSERE LO STRUMENTO PER RIACCENDERE IL “MOTORE RIEDUCATIVO”.
Non posso credere che non ci indigniamo e non muoviamo un dito per questa società, è nostro dovere, è nostro compito, ancor di più in questo tempo di Quaresima, perché se ci sentiamo Chiesa, abbiamo il dovere, così come sottolinea nel suo messaggio quaresimale il Papa a: “…sollecitare nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà..”
Anche la nostra Associazione, in questo tempo di Quaresima, vuole intraprendere questo percorso di “spogliazione” diseducativa, per avviare un radicale cambiamento…Non possiamo essere “inermi” educatori, ma al contrario operosi nella “Vigna del Signore”, questo è il nostro stile, questo è il nostro CSI.
Tante le iniziative che proporremo in questa Quaresima, a cominciare dal percorso associativo/penitenziale, non so quanti saranno disposti a seguirci, poco importa, “laddove due o tre saranno riuniti nel nome di Cristo, là Lui ci sarà”, e noi di Lui abbiamo bisogno; poco qui importano i numeri, ma la cosa che conta è la nostra presenza viva nella Chiesa. Ripartire, dopo 70 anni, proprio da una PRESENZA VIVA NELLA CHIESA, questa è la nostra più grande scommessa, e proprio non a caso per festeggiare questo grande ed importante traguardo, saremo lì insieme a Papa Francesco, in Piazza San Pietro, il prossimo 7 giugno, per scrivere un’altra pagina di fede associativa. Anche il comitato di Acireale sarà presente con quanti lo vorranno, con quanti vorranno condividere un giorno storico, nella capitale della fede cristiana.

Il mio desiderio e quello dei dirigenti che oggi guidano la più “grande”, almeno numericamente, associazione diocesana, è quello di guardare oltre ai numeri, oltre agli allenamenti e/o alle partite della sera e/o della domenica, ed imprimere in tutti, invece, la voglia che nessuno resti indietro, in una società purtroppo malata, fatta di interessi personali e di ipocrisia. Non possiamo mai parlare di bene comune, e/o di interesse collettivo, se non smettiamo di curare esclusivamente: “le posizioni in campo” e/o i tatticismi per vincere una partita; abbiamo la necessità di curare ed imprimere in tutti, che solo INSIEME possiamo COSTRUIRE uno sport diverso, uno sport che nobiliti l’uomo: che accluda tutti e non escluda nessuno.

Salvo Raffa
Presidente


15 – Il Pallone d’Oro del CSI… Perché no!!

9 Febbraio 2014 | presidente

Cari amici,

circa un mese fa, è stato consegnato a Cristiano Ronaldo il Pallone d’Oro 2013, con una scena insolita, un duro come lui, così emozionato da non poter parlare subito, per rivolgere i ringraziamenti di rito, ma una volta riuscitoci, ha lasciato ancora tutti di stucco, perché ha pensato di ricordare e dedicare questo premio, oltre che alla sua famiglia, alla grande anima del Sudafrica Nelson Mandela.  L’attaccante, ora del Real Madrid, ha dato una lezione di serietà, di semplicità e di umanità, che va aldilà di ogni altra parola e/o dichiarazione, perché davvero i gesti, spesso hanno più significato di frasi di circostanza e/o di rito.

Non vi nascondo che il mio sogno è proprio questo, guidare un’associazione, che riesca a farci emozionare per i gesti che compie ogni giorno, sia sui campi di calcio, nelle palestre, nei meeting e/o nei raduni, che si organizzano durante tutta la stagione sportiva. E’ davvero difficile, forse impossibile, ma noi del CSI, che per vocazioni dovremmo svolgere, quasi automaticamente, quei gesti semplici, diventano invece meteore lontane, ed anzi al contrario, ci sorprendono quando arrivano da uomini come Cristiano Ronaldo e fanno notizia. Piangere, come un bambino, per una riconoscenza, per noi non è scontato, forse al contrario è scontata una vittoria, alzare una coppa o peggio ancora snobbare una premiazione, non ritenuta alla nostra altezza: pensiamoci quante volte non ci siamo neanche degnati di vivere un momento di riconoscenza insieme a tutta l’associazione. Riscoprire questi valori, che sono la porta dello sport, invece, devono diventare per noi, il “pane quotidiano” del nostro essere CSI. Quanti di noi si emozionano per una partita di pallone vinta, per una giornata di sport vissuta all’insegna dell’amicizia, dello stare assieme e/o del gruppo? Credo forse, che neanche ce ne accorgiamo di quanto siamo fortunati, di quanto è bello vivere insieme, nelle vittorie e/o nelle sconfitte una domenica di sport o una giornata di campionato, di calcio, piuttosto che di pallavolo o di tennis, etc etc… Vivere lo sport sano vero sincero, deve essere per noi ogni giorno, come quella consegna del Pallone d’Oro al quale ambiamo, perché quanti, degli appassionati di calcio non ambirebbero a ricevere un pallone d’Oro. Probabilmente, quasi sicuramente, non lo riceveremo mai quel pallone d’Oro, che ha alzato Cristiano Ronaldo e che ha dedicato alla Sua famiglia a Nelson Mandela, ma sono certo che, potremmo ambire ad alzare, se ci impegniamo a vivere seriamente, il nostro modo di fare sport, così com’è nel patto educativo associativo del CSI, un pallone d’Oro diverso; potremmo alzare il nostro pallone d’Oro CSI, dedicandolo alle nostre famiglie, ai nostri ragazzi, ai nostri amici e conoscenti. Potremmo essere davvero il fiore all’occhiello dello sport; utopia? Forse si! Ma non solo, c’è anche speranza. Speranza che le nostre amate Società Sportive, possano alzare, con lacrime di gioia il loro pallone d’Oro della vita. Un pallone impregnato di tanto amore sportivo; di belle parole e soprattutto di gesti concreti di sport vero e sano; certo quando dico utopia, è perché ogni giorno ci scontriamo, al contrario, con le tristi vicissitudini che si vivono nei nostri campi di gioco, nelle nostre manifestazioni, dove la vittoria ad ogni costo, dove l’agonismo esasperato, trova terreno fertile anche nel CSI, allora si che possiamo credere, nelle lacrime di campioni veri di vita. E credo che, anche noi del CSI, potremmo avere dei veri campioni di vita. I nostri dirigenti, i nostri capitani, o i nostri semplici collaboratori, sono, non può essere altrimenti, campioni di vita, che si scommettono ogni giorno per portare alto il valore educativo dello sport; perdonatemi, ma anche se spesso i fatti non lo dimostrano, io credo che sia così; perché se davvero così non fosse, non possono che dichiarare la fine dello sport educativo.

Chi si avvicina al CSI, deve avere la coscienza che tutto si muovo al fine di vincere quel pallone d’Oro della VITA, questo è il pallone d’Oro del CSI: fatto prima di tutto di rispetto, fair play e di impegno nel promuovere un gioco diverso.  Allora se sono queste le premesse,  perché no, forse non è pazzia, ma pensare di istituire e vincere un pallone d’Oro del CSI, che vada oltre alla bravura tecnica, ma si soffermi anche alla capacità di essere campioni di vita, forse si, questo è il sogno che un dirigente del CSI, speri diventi realtà. Allora le candidature sono aperte; la corsa alla conquista di uno sport diverso ci attende, proviamo a far diventare il sogno di tanti dirigenti CSI, come noi, realtà, e potremmo gridare a tutti: W lo sport, W l’amicizia, W il CSI

 

Salvo Raffa

Presidente


14 – Un nuovo anno…Una nuova speranza… Il conto alla rovescia è iniziato!!!!

7 Gennaio 2014 | presidente

Cari amici,

è appena iniziato il nuovo anno, carico di tante aspettative, di tanti buoni propositi, di tante speranze, ed è proprio quest’ultima, quella che ci deve accompagnare da qui, ai 359 giorni prossimi, (oggi è appena 6 gennaio). La speranza, che già dalla nostra nascita, inconsciamente, portiamo avanti e che ora, più che mai da adulti, siamo obbligati a coltivare e soprattutto a far germogliare.

Il Natale e le festività appena trascorse, sono certamente il preludio di questa speranza; sono momenti di grande fervore e di grande speranza, vissuti in famiglia e nell’unione del “focolare domestico”. Per noi del CSI, questo Natale appena trascorso, è stato proprio così: un momento vissuto, con tante piccole sfaccettature, con tante belle e significative iniziative ed esperienze associative, che, con l’inizio del un nuovo anno, si fanno sempre più importanti, proprio a cominciare dal 70 anniversario della nostra associazione.
Era il 5 gennaio 1944, l’Italia e gli italiani ancora scossi dalla guerra, hanno fatto germogliare la speranza di ricominciare, proprio dallo SPORT; furono proprio i vertici dell’Azione Cattolica di allora, che decisero di far nascere ufficialmente una nuova associazione dedicata allo sport, il Centro Sportivo Italiano. Da allora tanta strada è stata percorsa, tante speranze sono state coltivate, tanti impegni portati avanti da gente semplice, che ha trovato nell’associazionismo sportivo, quella speranza di vita diversa, di vita nuova, che solo chi AMA, può dare.
Quanti dirigenti, quanti atleti, quanti operatori, sotto quella bandiera arancio/blu, “vecchia” 70anni, hanno coltivato speranze, hanno inseguito dei sogni, hanno amato lo sport, vero sano e diverso; sì, perchè questo è il CSI: uno SPORT DIVERSO. Permettetemi, voglio andare contro corrente, ma non c’è posto per chi non ama questo SPORT DIVERSO, per chi non ha la SPERANZA, di poter contribuire, anche con lo sport, ad amare il proprio nemico, ad amare il proprio avversario, ad amare il proprio sfidante, ad AMARE L’ALTRO. Non c’è posto in questa associazione per chi no vive di speranza, per chi non la ricerca e/o vive alla giornata.
Questo è il CSI che amiamo, questo è il CSI che vogliamo vivere, noi dirigenti de 70anni dopo.
Oggi questa Associazione ha bisogno di noi tutti, oggi questa Associazione chiama a raccolta tutti, TUTTI siamo convocati a vivere appieno un nuovo modo di fare CSI, un nuovo impegno nell’ essere CSI, oggi più che mai questa Associazione ha bisogno di speranza, ha bisogno di uomini di “buona volontà”, che l’aiutino a ritrovare nella speranza, la voglia di riscatto, proprio come avvenuta al momento della Sua nascita, durante la guerra.
Io ci credo, io vivo nella speranza, che tutte le nostre Società, guardino oltre ai semplici tornei, ma si innamorino di una fede sportiva diversa, si innamorino di uno SPORT DIVERSO, e ci aiutino a riscoprire nello sport quella “convocazione” straordinaria ed incredibile al tempo stesso, che ogni uomo di SPORT CIESSINO deve saper vivere. Questo è il nostro mondo, questo è l’impegno e la speranza che coltiviamo nella nostra associazione, ed allora il conto alla rovescia è iniziato, corriamo tutti ad inseguire la nostra speranza, a fare del nostro il sogno, un momento di vita concreto. Guardiamo oltre ai nostri sforzi, ai nostri sacrifici. Qualcuno alla fine ci ripagherà, e se non fosse così, almeno saremo convinti, che la speranza, che è dentro ognuno di noi, possa far germogliare quel piccolo segno, che abbiamo tentato di lasciare.
Proviamo in questo anno speciale per il CSI e per noi tutti a “rispolverare” la nostra speranza educativa, a coltivarla, farla nostra, insieme con tutta la grande famiglia del CSI.
Tante le sfide che ci attendono, tanti gli impegni che abbiamo, viviamoli con la consapevolezza e con la speranza che, gli sforzi alla fine ripagano. Auguri CSI, Auguri cari amici miei.
BUON 2014!!!!!
Salvo Raffa
Presidente


13 – Natale 2013 – Auguri dal nostro Consulente

20 Dicembre 2013 | presidente

Carissimi amici, Buon Natale.

Nel Vangelo gli Angeli cantano in coro rivolti ai pastori stupefatti: “Gloria a Dio…e pace in terra agli uomini, che Egli ama”.
La pace, per la Bibbia, è la pienezza di tutti i doni, la possibilità tra gli uomini di comunicarsi i loro beni e di comunicare tra loro. L’importanza di relazionarsi con gli altri, l’importanza di comunicare con gli altri anche nei momenti difficili… La pace agli uomini che Dio ama, è il fondamento della comunicazione fraterna tra noi, nella capacità di costruire una società nella quale diveniamo trasparenti gli uni agli altri, ci riconosciamo davvero come fratelli. Questo ideale di pace nasce dal ripartire da Dio. Il Natale, allora, è un sincero incontro con Gesù che ci invita e ci aiuta a spogliarsi di ogni forma di egoismo per riscoprire il desiderio di Dio, un Dio che si fa uomo tramite Gesù il Figlio al fine di riportare tutti alla dignità di suoi figli, eredi del mondo futuro, dove ogni lacrima sarà asciugata e ogni sofferenza sarà guarita.
Il Natale, così, è gioia perché ci mostra che Dio è il bene, è la vita, è tutto ciò che l’uomo possa desiderare. Come scrive sant’Ireneo: “l’uomo non vede Dio, ma può vedere Gesù. E’ così vede Dio, così comincia a vedere la verità, così comincia a vivere”.
Non ci sono situazioni, per quanto gravi, di sofferenza, di delinquenza, di malaffare, di morte dell’anima in cui Dio non possa entrare con la sua paterna misericordia e trovare rimedio. Il Bambino che nasce non solo nel presepe, ma soprattutto nel nostro cuore con la vita e la grazia, col suo sorriso e lo sgambettante innocente, ce ne offre l’opportunità concreta. Il Natale, pertanto, è un’occasione straordinaria per ricominciare una vita nuova facendoci prendere e portare per mano Gesù.
L’augurio, per concludere, è che il Bambino, che nasce a Betlemme, continui a sorprendere ogni uomo di buona volontà con la sua tenerezza e con il suo anticonformismo. Buon Natale a tutti gli amici del CSI, perché Gesù, principio di Salvezza, nato per tutta l’umanità, possa accompagnare la nostra Associazione a traguardi sempre nuovi. Auguri.

Don Stefano Presti
Consulente Ecclesiastico


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