E’ questo il pensiero  che ci “frulla” nella testa in questi mesi di attività frenetica del Centro Sportivo Italiano. Provare ad avere il coraggio di compiere un’azione difficilissima o rischiosa;  ardire, rischiare: il tutto per tutto. Questa è la definizione di osare, questo è quello che immagino in un cammino concreto di chi ha sposato il progetto CSI: concretizzare gli sforzi di un’attività continuativa, diversificata, coinvolgente e professionale, che ci impegna tutti: Presidenza, Consiglio, Arbitri e Società Sportive. Perchè provare a concretizzare? Perchè provare ad osare? Perchè se no, il rischio è quello di continuare ad organizzare un’attività solo fine a se stessa:  “mega tornei”, fantastiche attività, ma poco incisive in quel tessuto sociale in cui il CSI, dovrebbe trovare ed avere linfa vitale.

Più sport, questo è lo slogan che accompagna questo anno ,tutta l’attività del CSI: un’attività che ha come obbiettivo quello di “fare bene il bene dello Sport”; si è proprio così  lo sport può solo fare bene il bene per l’altro, il bene per la nostra società, il bene per quelle fascia più deboli, a cui noi ci rivolgiamo, a cui noi dobbiamo proporre la nostra pratica sportiva; ed allora osare oltre i campionati è possibile: con attività diversificate, con proposte nuove e  concrete, con impegni che ci vedono in prima linea in nuove ed avvincenti avventure, che vanno aldilà del torneo di calcio e/o di pallavolo, ma che invece ci vedono protagonisti nel costruire modelli all’interno della nostra società. Possiamo con lo sport, con la S maiuscola, riuscire a  proporre quello  Sport di valori, ma  nello stesso tempo di Fede, un binomio che solo il CSI può dare. L’impegno concreto è proprio questo, costruire modelli sportivi validi e soprattutto significativi. Da anni il nostro impegno è a servizio dello sport diversificato:  quello sport “Istituzionale” da un lato, che guarda ai campionati nazionali quale meta da raggiungere, dall’altro quello sport “amatoriale”, che vede, in un campetto di parrocchia sfidarsi, all’ombra del campanile, tante squadre oratoriali. Possono coesistere i due modelli, l’uno non esclude l’altro, anzi, nessuno è più importante dell’altro, tutti allo stesso modo sono affascinanti e devono seguire un “modello sportivo”, che osi nella concretezza, fare il bene dello sport. Tutti dobbiamo lavorare verso questa direzione: Associazioni, Società Sportive, Dirigenti, Atleti ed Istituzioni, solo così, ritengo, possiamo provare ad immaginare che lo sport diventi veicolo di promozione umana e sociale.

Un anno ricco ed entusiasmante è quello che stiamo vivendo, pieno di attività, di graditi ritorni, come il Basket, che mancava nello scenario ciessino locale  da oltre un decennio; un anno ricco di proposte, che spesso però non trovano il giusto “appeal”, forse perchè presi dalla foga dei tornei e/o dal gioco a tutti costi; ma se il gioco non trova le sue radici in momenti associativi topici, ritengo che tutto sarà polverizzato, e quell’impegno e quella meta che ci siamo dati resterà solo un ricordo. Il nostro modello di fare sport deve essere accompagnato dal desiderio di osare, di trovare nello sport un modello educativo di vita; solo così possiamo guardare  oltre e  fissare quella meta di valori, che deve arricchire necessariamente il nostro modi di proporre lo sport: che è diverso, che è più impegnativo, ma nello stesso tempo più affascinante. W lo Sport; W il CSI; W  coloro che osano.  

Salvo Raffa – Presidente CSI