Lo sport non può, e non deve, essere un lusso per pochi. Questo credo che sia il live motive del nostro essere CSI, che ci ripetiamo da tempo, ma spetto non lo pratichiamo realmente, anche nelle nostre realtà sportive, anche nel nostro CSI. In punta di penna, se mi è consentito, credo che oggi, più che mai abbiamo il dovere di “gridare“, il nostro disappunto circa il reale concreto bisogno di far sentire lo sport come un elemento che appartiene alla collettività: Lo Sport come patrimonio dell’umanità.
Nell’incontro avuto con Mons. Raspanti, suggellato da un articolo di Avvenire dello scorso 1 febbraio, sentiamo forte la sfida lanciataci: quella di creare future alleanze educative, anche attraverso lo sport, ed in sinergia con gli amici dell’Azione Cattolica, degli Oratori, dell’Agesci; come CSI, abbiamo avuto il caldo invito ad operare con professionalità e cercando di andare oltre: gli ostacoli, gli ostracismi, gli organismi. Noi vogliamo essere operativi, sin da subito: per questo, ci attiveremo per ricercare sempre di più le alleanze educative, perchè nessuno resti alla porta, ma invece possa sperimentare la bellezza della pratica sportiva, come occasione d’incontro e di amicizia, aldilà della “casacca d’appartenenza”.
Da queste sfide, tutto il CSI acese, con la Sua dirigenza, ha intenzione di scrivere pagine importanti per lo sport educativo: la scelta politica del Centro Sportivo Italiano, come quella di creare un fondo sociale da destinare a progetti educativi, che mettano al centro le concrete alleanze educative, superando la logica dei propri “orticelli” da coltivare, credo davvero possa essere un segnale importante, che va verso questa direzione.
Personalmente ritengo doveroso intraprende un percorso di riconoscimento legittimo del valore sportivo di base, a cui il CSI tiene molto, in un’ottica di alleanze, ma nello stesso tempo, valorizzando tutti i luoghi preposti all’educazione, a cominciare proprio dagli impianti sportivi, che vanno nel contempo custoditi, così come i nostri ragazzi e il loro diritto allo Sport, all’amicizia ed al tempo libero; gli impianti sportivi, siano essi comunali e/o parrocchiali possano davvero rappresentare il luogo fruttuoso di una sana e prosperosa alleanza. Ciascuno degli attori coinvolti nel mondo dell’educazione ed in particolare nel mondo ludico ricreativo, CSI compreso, può ancora fare di più.
C’è sete di Sport, c’è voglia di lavorare insieme e questa volta per aprire i rubinetti ci vogliono grandi sogni e forza di volontà per perseguirli”.