Cari amici del CSI,

E’ iniziata da qualche giorno la Quaresima Cristiana, tempo propizio per “curare” i nostri mali e riflettere con consapevolezza del nostro operare, dei nostri limiti e delle nostre negatività; un periodo che alla fine dovrà portare nel nostro modo di essere e di fare, un nuovo splendore, che culminerà nella Santa Pasqua.

Il Centro Sportivo Italiano, dalle sue origini, vive con e nella Chiesa, l’impegno cristiano ed evangelizzante a servizio dell’altro; per noi, educatori sportivi, questo tempo sia vissuto con grazia e consapevolezza, partendo proprio da quello che Papa Francesco vuole da noi: essere artefici reali del cambiamento. Per esserlo concretamente abbiamo la necessità di vivere il nostro CSI, (Dirigenti, Atleti, Operatori, etc), consapevoli di servire con amore e rispetto, anche nel gioco e nel tempo libero, l’altro.

La nostra società, e di conseguenza il nostro CSI, come parte vivo di essa, vive la drammaticità dell’indifferenza. Il Papa, nel suo messaggio per la Quaresima ci parla, infatti, dell’indifferenza e afferma che essa se da una parte caratterizza sempre più le società di oggi, dall’altra appare una reale tentazione anche per noi cristiani. Si tratta di un’attitudine egoistica, per cui ci dimentichiamo degli altri, non ci interessano i loro problemi, le loro sofferenze e le ingiustizie che subiscono, che ha preso oggi una dimensione mondialea tal punto che possiamo parlare di una globalizzazione dell’indifferenza. È questa una delle sfide più urgenti! Per non cedere a questa malattia e non chiuderci in noi stessi – annota Francesco – si richiede da parte nostra l’impegno a vivere un tempo di rinnovamento. La Quaresima è, appunto, questo: un tempo di rinnovamento per la Chiesa, le comunità e i singoli fedeli.

Anche nel nostro “piccolo CSI”, l’indifferenza caratterizza il nostro operato ed il nostro agire. Quanta indifferenza, quanto egoismo, nei nostri campi di gioco, diventati ricettacolo di violenza, (Verbale e non).

Postavo qualche giorno fa sulla pagina facebook del CSI, la notizia di una squadra giovanile della FIGC, che si è rifiutata di giocare una finale, per le tante pressioni e per la tanta violenza, soprattutto verbale, avvertita in campo, a cominciare dai genitori e dagli adulti presenti. Stupore vi chiedete voi? NO!

Purtroppo anch’io, per quel poco che riesco a vedere nei nostri campi, noto una strana e crescente violenza, dalle categorie giovanili, per arrivare ai tornei degli adulti, nessuno escluso. Qualcuno pensa: Agonismo? NO! Solo esasperazione ed indifferenza verso tutto quello che è il messaggio reale di un incontro di calcio e/o di pallavolo.

Leggevo su Avvenire il messaggio del Vescovo di Hong Kong, in Cina, che in una lettera pastorale indirizzata ai fedeli per la Quaresima, scriveva che oggi egocentrismo ed edonismo “possono facilmente cancellare la presenza di Dio dalla nostra coscienza, confondendo la sua chiamata a farci servitori nella governance/gestione della sua creazione”; aggiungendo che le tentazioni spingono a gonfiarsi d’orgoglio, a non seguire che i soli propri desideri, facendo dimenticare il rispetto che si deve alla Vita, e/o all’Altro, cosa che spesso porta all’abuso di droghe, alla dipendenza, alla violenza e alla mancanza di rispetto verso anziani e bambini. Da qui, l’invito ad agire “cominciando da noi stessi”; la società ha bisogno di persone che abbiano più abnegazione – conclude il vescovo di Hong Kong – che sappiano sacrificarsi nelle relazioni con gli altri per amore. Ciò pone tutti di fronte alla sfida di vivere il perdono e l’amore nella vita quotidiana, a casa come a lavoro o nello sport. E’ risolvendo i problemi e i conflitti che emergono nella nostra società che potremo avanzare e andare avanti”.

Allora che la nostra Quaresima sia un tempo per riscoprire che Dio ci chiama a prenderci cura degli altri!

Si tratta di una missione che i cristiani non possono considerare marginale, né possono delegare ad altri. La tentazione di credere che la cura dell’altro e dei suoi bisogni sia cosa che riguardi solo i servizi pubblici e/o gli addetti ai lavori, come l’impegno per i poveri sia compito delle Caritas e delle associazioni di volontariato, che a nome e per conto della comunità cristiana svolgono quell’opera, è sempre forte, ovvero che spetti solo al CSI il far rispettare l’altro. Invece, ogni volta che, piccoli ma forti dell’amore di Dio, sappiamo farci uno con chi soffre, impegnandoci ad offrire il nostro aiuto concreto, noi, siamone certi, stiamo seguendo le orme di Gesù, rendendo viva la Sua presenza in mezzo ai nostri fratelli! Tutti abbiamo il DOVERE, di essere parte attiva nella cura del rispetto verso l’altro, così nella società, nel lavoro e/o nel tempo libero. La Quaresima è il tempo opportuno per lanciarci su questa strada! Ci è chiesto, perciò, di impegnarci per uscire dalla maglie dell’egoismo che svuota di senso la nostra vita e accettare di convertirci e accogliere l’altro. Ciò richiede la necessità di riannodare rapporti e alimentare relazioni, ritrovando il tempo per SAPER stare con gli altri, anche attraverso lo SPORT e riscoprendo l’importanza dell’ascolto e dell’incontro, che può, anzi deve, avvenire durante le nostre “sfide” sportive, in quanto lo sport è il più grande strumento aggregante. La cultura dell’indifferenza, pur essendo di fatto comoda, è avvilente e pian piano uccide l’anima. Quella della compassione allarga i cuori e li rende più capaci di amare!

Allora viviamo bene il tempo che c’è dato nella nostra vita, viviamolo bene anche nello sport, per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimonianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone.
Impegniamoci a riscoprire (o rafforzare) l’abitudine delle “opere buone, abitudine che va promossa in tutti i luoghi del nostro viver civile.
Proviamo a rafforzare la nostra attitudine (e competenza) per il servizio e per la costruzione del bene comune, impegnandoci con entusiasmo, con costanza, con serietà, nel far crescere le realtà in cui viviamo ed operiamo (la famiglia, la scuola, l’associazione, la comunità ecclesiale, la comunità civile, la società sportiva, l’oratorio), evitando di perder tempo nel brontolare, nel trovare scuse e nel voler scaricare la responsabilità ad altri…In tal modo cammineremo insieme verso il radioso mattino della Pasqua.

Salvo Raffa

Presidente

 I Domenica di Quaresima (22 febbraio 2015)